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Per comprendere la propria interiorità occorrono non solo umiltà e ricettività, ma anche una posizione attiva e solare per “coagulare” ciò che si è appreso e compreso, fissarlo sul piano della cosxienza più che della mente.
Dobbiamo adoperarci a “fissare” il centro di cosxienza dal quale si può osservare sia il mondo esterno che quello interno. All’inizio saranno dei bagliori intermittenti, poi gradualmente quella posizione ci sarà così congeniale che si ricreerà spontanea ad ogni occorrenza. In questo stato ci si riconosce come Anima, e l’Anima “sa e fa”.
Finché l’Anima resta nelle spire ripetitive della vita quotidiana, non accade niente, e niente accadrà mai, e l’uomo ha un bel dibattersi, ne resta prigioniero.
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Hermes